Incardona nasce a Palermo nel 1958. Rigorosamente autodidatta, individua la sua traiettoria linguistico-cognitiva nell’esplorazione serrata dell’opera mahleriana e della Seconda Scuola di Vienna.
Scrive, fra il 1975 e il 1977, Memoria per quartetto d’archi, Due Lieder su testi di Kavafìs per voce e strumenti, Mit höchster Gewalt per ensemble, sua prima opera eseguita in pubblico. Segue un periodo di silenzio e di stasi linguistica, dovuto al tentativo impossibile di conciliare l’estremo distruttivo pensiero di Kagel e la sublime afasia di Evangelisti con la rovente eredità dello “strutturalismo” etico-emotivo di Mahler e Webern, esemplificato in sintesi, nel presente, dalle opere di Bussotti. L’incontro con quest’ultimo prima, e con Heinz-Klaus Metzger dopo, sarà decisivo per il superamento della crisi.
Tra il 1980 e il 1981 scrive Avec un morne embrassement per piccola orchestra, eseguito alla Biennale di Venezia e pubblicato da Ricordi. Da quel momento affronta metodicamente l’esplorazione del pensiero dodecafonico che, partendo dallo studio dei Fünf Klavierstucke op. 23 di Schönberg, approda alla serie weberniana dell’incompiuta op. 32, fino agli esiti estremi del serialismo integrale.
Negli ultimi tempi Palermo e i suoi quartieri, la “voce perduta” dei suoi adolescenti, diventano “centro experimentale del Mondo”, laboratorio privilegiato di una tentazione alla sintesi degli estremi, nella ricerca di un procedere compositivo ed umano che sia realmente, parafrasando Kolisch decifrato da Metzger, “tradizione perpetua come e in quanto rivoluzione permanente”.
Federico Incardona scompare nel 2006 a Palermo.
Brani eseguiti al Festival Milano Musica
Ho chiesto alla polvere (08 novembre 2008)
Brani eseguiti a Musica nel nostro tempo
Della grazia poetica una luce (21 dicembre 1986)
Soave sia il vento (11 dicembre 1983)
Tranquilla sia l’onda (24 maggio 1985)