Nato a New York, Elliott Carter studia ad Harward, dove si specializza in letteratura inglese, scegliendo soltanto all’ultimo anno di corso di diventare un musicista, studiando e perfeziondosi con Walter Piston e Gustav Holst, quindi, nel 1932, a Parigi con Nadia Boulanger. Successivamente i suoi articoli dedicati alla musica contemporanea gli danno fama di critico attento e autorevole. Dal 1940 si dedica spesso anche all’insegnamento, ma la sua attività principale rimane quella di compositore.
Il suo linguaggio, inizialmente ancorato all’armonia modale, assorbe gradualmente numerose influenze, sia stravinskijane che dodecafoniche, sempre usate però in maniera assolutamente libera ed indipendente e tese a consolidare uno stile estremamente personale dove la logica costruttiva, affidata soprattutto alla scrittura contrappuntistica, raggiunge vette di grande maestria. Ma è soprattutto grazie alla ricerca sul ritmo che Carter approda ai risultati più sorprendenti: attraverso il contrappunto poliritmico, mutuato ora dal jazz ora dai madrigali del Rinascimento, crea infatti quello che lui stesso definirà la “modulazione metrica”, una tecnica che permette di passare da una velocità metronometrica all’altra allungando o accorciando il valore dell’unità di base. Queste “modulazioni”, che attraversano l’intero arco creativo di Carter, vengono via via precisandosi, fissandosi in costruzioni logiche sino a raggiungere gradi di estrema raffinatezza formale.
Nel 1960 e nel 1973 gli viene assegnato il Premio Pulitzer per la musica. Ancora attivo nella composizione, fra i suoi ultimi lavoro ricordiamo l’opera in un atto WhatNext? (1999), Cello Concerto (2002), Dialogues, per pianoforte e orchestra (2003) e Interventions(2008).
Brani eseguiti al Festival Milano Musica
Intermittences (27 settembre 2009)
Night Fantasies (14 giugno 1995, 28 settembre 1997, 02 novembre 2009)
Piano Sonata (14 giugno 1995)
Sonata per violoncello e pianoforte (14 giugno 1995)
Rhapsodic Musings (02 novembre 2013)
Brani eseguiti a Musica nel nostro tempo
A Mirror on Which to Dwell (25 novembre 1984)
Duo (16 dicembre 1984)
Elegy (16 dicembre 1984)
Esprit rude/Esprit doux (16 febbraio 1986)
Night Fantasies (23 ottobre 1983)
Quartetto n. 4 (13 dicembre 1987)
Sonata (16 dicembre 1984)
String Quartet n. 3 (20 febbraio 1983)
Triple Duo (16 febbraio 1986)